Il primo Gran Premio di Thailandia nella storia del Motomondiale ha visto Maverick Vinales ed Andrea Dovizioso spartirsi la vetta delle prime due sessioni di prove libere, con il forlivese autore del giro migliore (1:31.090) nella sessione pomeridiana. La sensazione è di una Ducati da subito competitiva, che ha però dovuto fare i conti con la brutta caduta di Jorge Lorenzo a fine PL2 (fortunatamente senza gravi conseguenze, eccetto molto spavento ed una bella botta). Ma la Honda è lì, come dimostra non solo Marc Marquez, ma anche le buonissime prestazioni di Cal Crutchlow ed anche di Dani Pedrosa. Si sorride, per ora, anche in casa Yamaha, con una M1 apparsa più competitiva del previsto, anche con Valentino Rossi. Buono anche l’inizio della Suzuki, almeno con Andrea Iannone, viste le difficoltà di Alex Rins.
MOTOGP 2018 THAILANDIA, RESOCONTO PL1
Il weekend di Buriram si apre con le due Yamaha ufficiali davanti a tutti. Maverick Vinales ha staccato il miglior tempo (1:31.220), precedendo Valentino Rossi di +0.270. A seguire troviamo le Ducati di Andrea Dovizioso (+0.416) e di Jack Miller (+0.417), la Honda di Marc Marquez (+0.448), la Yamaha Tech 3 di Johann Zarco (+0.566) e la Suzuki di Andrea Iannone (+0.640). Ottavo tempo per un bravo Takaaki Nakagami, LCR Honda Idemitsu (+0.820), con Danilo Petrucci, Ducati Pramac (+0.888), e Scott Redding, Aprilia (+0.971), a completare la top-10.
Cal Crutchlow, Honda LCR, ha l’11° tempo (+1.060), davanti ad un trio di spagnoli composto da Aleix Espargaro, Aprilia (+1.093), Dani Pedrosa, Honda HRC (+1.194), ed Alex Rins, Suzuki (+1.202). Franco Morbidelli, Honda Marc VDS, è 15° (+1.259), seguito da altri tre spagnoli, Alvaro Bautista, Ducati Angel Nieto (+1.300), Jorge Lorenzo, Ducati (+1.301), e Pol Espargaro, KTM (+1.428). Prima sessione relativamente tranquilla per il maiorchino, che ha sentito dolore ma bene o male è riuscito a stare in pista.
Chiudono la classifica, nell’ordine, Hafizh Syahrin, Yamaha Tech 3 (+1.550), Karel Abraham, Ducati Angel Nieto (+1.727), Bradley Smith, KTM (+1.872), Thomas Luthi, Honda Marc VDS (+1.913), e le due Ducati Avintia di Xavier Simeon (+2.052) e Jordi Torres (+2.186). I vari Rossi, Miller, Zarco e Nakagami sono stati i piloti maggiormente attivi in pista (22 giri), mentre Rins, Abraham e Simeon hanno girato di meno (17 passaggi all’attivo).
MOTOGP 2018 THAILANDIA, RESOCONTO PL2
E’ Andrea Dovizioso, giusto sul finire di sessione, ad aggiudicarsi il miglior tempo delle PL2 a Buriram. Il ducatista si è messo al comando con il crono di 1:31.090, precedendo di pochi centesimi un terzetto composto dalla Yamaha di Maverick Vinales (+0.031) e dalle Honda di Cal Crutchlow (+0.074) e di Marc Marquez (+0.098). Danilo Petrucci, Ducati Pramac, completa la top-5 (+0.148), subito avanti ad Andrea Iannone, Suzuki (+0.166). Segue un gruppo di piloti in poco meno di mezzo decimo, a partire da Alvaro Bautista, Ducati Angel Nieto (+0.288), seguito da Dani Pedrosa, Honda HRC (+0.295), Valentino Rossi, Yamaha (+0.308), e Johann Zarco, Yamaha Tech 3 (+0.331).
Al momento, il primo fuori dalla Q2 è Jack Miller, Ducati Pramac (+0.396). Scorrendo la classifica abbiamo Franco Morbidelli, Honda Marc VDS (+0.557), Takaaki Nakagami, LCR Honda Idemitsu (+0.624), Bradley Smith, KTM (+0.751), Alex Rins, Suzuki (+0.839), Jorge Lorenzo, Ducati (+0.937, del quale riparleremo tra poco), ed Aleix Espargaro, Aprilia, ultimo dei piloti sotto il secondo di distacco (+0.977). Con il 18.esimo tempo c’è Hafizh Syahrin, Yamaha Tech 3 (+1.087), con Karel Abraham, Ducati Angel Nieto (+1.313), e Pol Espargaro, KTM (+1.385), rispettivamente 19° e 20°.
Chiudono la classifica Scott Redding, Aprilia (+1.560), Thomas Luthi, Honda Marc VDS (+1.571), e le due Ducati Avintia di Xavier Simeon (+1.899) e di Jordi Torres (+2.413). Parlavamo di Lorenzo. La PL2 di Buriram è stata caratterizzata da un discreto numero di cadute/scivolate, che hanno coinvolto ad esempio i vari Iannone, Bautista e Simeon. La più impressionante, però, ha visto coinvolto il maiorchino, autore di un pauroso high-side in curva 3, con la sua Ducati praticamente distrutta. Si temeva molto per le condizioni fisiche di un pilota già azzoppato (al piede destro); fortunatamente, i controlli al Centro Medico non hanno evidenziato nuove fratture né allo stesso piede destro né al polso sinistro.
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