Il Milan vince per la prima volta a Reggio Emilia
Tu chiamali, se vuoi, tabù, quelli che sembrano rinnovarsi e confermarsi di anno in anno. Ma non questa volta, perché la ventata di aria fresca portata da Vincenzo Montella ha cancellato l’ostacolo e il paradosso più grande della storia recente del Milan.
Ovviamente, si tratta del tabù Sassuolo e, nello specifico, del tabù Reggio Emilia. Fino a ieri, nonostante le polemiche e tutti i ma e i se legati alle decisioni della terna arbitrale e, in particolare, di Gianpaolo Calvarese, i rossoneri non avevano mai vinto nei 3 anni precedenti, addirittura non riuscendo a portare a casa mai nemmeno un punto.
E’ sempre stata una trasferta difficile e con una lunga storia travagliata quella del Mapei Stadium. Infatti, allo Stadio Città del Tricolore, il Milan ha vissuto i momenti topici della propria crisi degli anni precedenti, come l’esonero di Massimiliano Allegri, arrivato dopo la rimonta per 4-3, con poker di Domenico Berardi, del primo anno, e i 2-0 e 2-1 degli anni successivi, che fecero vacillare i rapporti con Pippo Inzaghi e Sinisa Mihajlovic.
Dal Sassuolo a Sassuolo, questione di storia. Come quella di Gianluigi Donnarumma, che ha bagnato il proprio esordio da poco più che 16enne con una vittoria per 2-1 l’anno scorso, per poi festeggiare il suo 18esimo compleanno con un post day da 1-0, porta inviolata anche grazie alla sua capacità di cresimare proprio quel Berardi dal dischetto.
E’ cambiato il trend, si vede anche solo da questi piccoli dettagli. Perché Berardi era sempre stato decisivo in positivo contro il Milan. Questa volta, invece, l’esatto opposto, quasi a testimonianza che, forse, il Milan è tornato a far paura anche a squadre come il Sassuolo, che si erano divertite e avevano umiliato i rossoneri negli anni scorsi.
Un vero e proprio sliding doors, arrivato del resto nei giorni storici dei rossoneri. In settimana ci sarà il closing, che porterà all’addio di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, al termine di una storia durata 31 anni e chiusa nel migliore dei modi possibili e con l’ultimo tabù del proprio retaggio, sfatato da Montella, l’uomo del presente e del futuro dei rossoneri, scelto dal passato.
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