Manchester United: carriera a rischio per Ibrahimovic

Problemi per Zlatan Ibrahimovic: la sua carriera potrebbe essere giunta  al suo mesto capolinea.

Come noto, nella gara di ritorno dei quarti di finale dell’Europa League in cui il Manchester United aveva eliminato a fatica un tenace Anderlecht– 2-1 solo dopo i supplementari-lo svedese era  ricaduto male sul terreno di gioco dopo un contrasto aereo, con la gamba destra che gli si era ripiegata in modo decisamente innaturale, costringendolo ad uscire in barella.

Impietoso l’esito degli esami strumentali a cui è stato sottoposto l’attaccante: come si temeva nell’ambiente dei Red Devils, rottura del legamento crociato del ginocchio destro, e tempi di recupero previsti non inferiori ai 7-9 mesi. Insomma, stagione finita! E forse non solo quella…

Al di là dello stato di forma ancora apparentemente ottimale nonostante l’età non più fresca, è appunto l’anagrafe a penalizzare comunque lo svedese-36 anni il prossimo 3 Ottobre. Insomma, anche qualora recuperasse dall’infortunio, non è semplice che riuscirebbe a recuperare appieno le forze necessarie per competere ancora ad alti livelli e mantenere il suo stato di giocatore sempre al top, appunto per colpa di un’età per la quale un recupero fisico da infortuni gravi come questo non è fisiologicamente semplice.

L’impressione è quindi quella che lo svedese possa chiudere la carriera ai Red Devils. La cosa che potenzialmente potrebbe far più amarezza ad Ibra è il fatto che, nel caso di vittoria dell’Europa League da parte dello United-ipotesi certamente plausibile-lui non sarebbe presente a contribuire al momento cruciale. Anche se, naturalmente, figurerebbe nel suo palmares personale il primo e quindi plausibilmente unico trionfo internazionale  in carriera.

Già, il successo internazionale, il più importante tassello mancante ad una carriera decorata solo da trionfi di livello nazionale per lo svedese.

Mai alcun trionfo in competizioni internazionali per lui, né con la nazionale svedese né, soprattutto, con squadre di club. A cominciare dall’Ajax, club in cui esplose alla ribalta internazionale da ragazzino, senza mai però vincere la Champions League-solo trofei olandesi-seppur dimostrando uno straordinario talento che lo rese uno dei giocatori più ambiti dai top club europei.

Si proseguì poi con la Juventus, il 1° d ei 3 club italiani della carriera dello svedese, con Moggi che con un blitz riuscì a portarlo a Torino, 2 stagioni e altrettanti scudetti, cancellati da Calciopoli, ma in Champions non andò mai oltre i quarti di finale con i bianconeri.

Approdato all’Inter dopo lo scandalo bianconero del 2006, tanti trionfi a livello italiano ma quella Champions che continuava a sfuggirgli, così per provare a vincerla nel 2009 abbandonò Milano sbattendo la porta causa screzi con tifosi e società-indimenticabile, negativamente parlando, il suo gestaccio alla curva nerazzurra a San Siro dopo un gol alla Lazio-destinazione Barcelona ma, beffardamente, in quella sua unica annata blaugrana, la coppa andò proprio ai nerazzurri. 

Neppure  le future esperienze di nuovo a Milano-questa volta sponda  rossonera- e a Parigi, gli portarono il tanto agognato successo in Champions League.

La scelta del Manchester United fu quindi particolare oltre che inaspettata per lui, che dopo tantissimi anni scelse di ritornare a giocare in un club che non disputava la massima competizione europea, che, adesso, lo svedese potrebbe non vincere più, quantomeno non da calciatore.

Sarebbe probabilmente la più grave insoddisfazione di una carriera tutto sommato soddisfacente.   

Tanta solidarietà giunge al giocatore proprio dai suoi ex club italiani, che soprattutto tramite social incitano lo svedese a  non mollare in un momento così duro. Ma anche lui è un duro, e gli si augura, sportivamente, di venirne fuori e tornare ad esaltarci sul campo con le sue straordinarie giocate.

 

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