Being Krzysztof Piątek

Ovvero chi è il freak polacco dal nome impronunciabile che sta facendo impazzire la Genova rossoblu.

Estate 2018: la Francia vince il Mondiale a vent’anni di distanza dal trionfo di Zidane e compagni, il mondo comincia a familiarizzare con il talento sconfinato di Mbappé e si inchina alla classe sublime di Modric, Zizou intanto lascia il Real Madrid dopo aver vinto tre Champions League consecutivamente, la Juventus strappa ai Blancos un certo Cristiano Ronaldo concludendo il trasferimento più importante del ventunesimo secolo e riportando la Serie A sulla cartina geografica del calcio che conta.

E in quest’estate densa di avvenimenti il Genoa preleva del Klub Sportowy Cracovia un semi-sconosciuto attaccante polacco dal nome praticamente impossibile da pronunciare: Piatek, Piotek, Piontek, Piàtek, Pìatek, Piòntek PiontèkBoh.

Il nostro Piątek con la maglia del Klub Sportowy Cracovia (foto tratta dal suo profilo Instagram, se non lo seguite ancora fatelo)

Ma poco importa all’inizio. Ennesimo acquisto bizzarro dell’ennesimo mercato bizzarro del club di Preziosi che, stregato dai 21 gol stagionali di questo ventitreenne centravanti che in patria qualcuno timidamente e con qualche risatina di scherno in sottofondo accosta a Lewandowski, versa subito 900 mila euro nelle casse del Cracovia con un riscatto fissato a 4,5 milioni: cifre che adesso sembrano davvero ridicole.

Del resto in prima battuta Piątek si candidava semplicemente ad essere un’alternativa a Lapadula (che nel corso dell’estate però finisce per essere relegato allo status di separato in casa) e al rinato Pandev. Insieme a lui vengono presi altri due giovani attaccanti ancora difficili da inquadrare come Christian Kouamé, reduce da un buon campionato in B con il Cittadella, e Andrea Favilli, attaccante di proprietà della Juventus anche lui con una discreta esperienza in serie cadetta con la maglia dell’Ascoli. La concorrenza non sarà spietata, ma di sicuro niente male per uno che viene dal campionato polacco.

Poi, improvvisamente, il boom: l’11 agosto l’esordio in partite ufficiali nel match di Coppa Italia contro il Lecce. Neanche 120 secondi per segnare il primo gol, poco più di mezz’ora per metterne a referto altri tre. E già in questa sua prima serata Piątek regala un assaggio del suo vastissimo repertorio: tecnica individuale, protezione del pallone, fortissimo nel gioco aereo, rapidità d’esecuzione, killer instinct.

11 agosto 2018: l’umanità viene presentata a Krzysztof Piątek (foto di Genoa Cfc Tanopress)

Comincia il campionato: nelle prime sei partite (il Genoa ha saltato la prima giornata a causa della tragedia del Ponte Morandi) Piątek ha già messo a segno 8 reti, arrivando in doppia cifra, considerando anche il poker di Coppa Italia, prima della fine di settembre. Per la gioia dei pochi fantacalcisti (tra cui il sottoscritto) abbastanza insani da puntare su di lui a inizio stagione e soprattutto per la gioia dei tifosi genoani che dai tempi di Milito non si ritrovavano in casa un attaccante di questo livello, il polacco si sta rivelando una macchina da gol letale, decisamente qualcosa in più di una meteora del calcio d’agosto.

Tra chi lo accosta già con insistenza al Barcellona (da tifoso blaugrana non posso che rallegrarmene) e chi ancora, con una certa ostinazione ormai, ritiene che Piątek sia un fuoco di paglia destinato a spegnersi a breve, una cosa è certa: in Italia non c’era tanto hype su un singolo giocatore da moltissimo tempo. E no, non vale fare il nome di Cristiano Ronaldo, per quanto il dualismo tra questo Carneade polacco e il fuoriclasse portoghese potrebbe diventare ben presto uno pochi temi affascinanti di questa Serie A che, al giorno primo ottobre duemiladiciotto, sembra già blindata da una Juventus che ha ancora una volta cannibalizzato la concorrenza.

L’esultanza più iconica del momento, firmata sempre Krzysztof Piątek (foto di Calcioline)

Intanto si accumulano i record spazzati via da Piątek: tra i tanti, con 5 gol nelle prime 4 partite, ha eguagliato un vecchio primato di Shevchenko che resisteva da quasi vent’anni, e alla sesta giornata, con la doppietta al Frosinone, quello di Hansen dell’Udinese che era stato fin qui l’unico esordiente capace di segnare 8 gol nelle prime 6 partite nel lontano 1949/1950. Un altro grande nome scomodato è quello di Higuain, l’ultimo capace di segnare in Serie A per sei giornate consecutive. E adesso si punta ad un altro record, ben più impegnativo: quello di Gabriel Omar Batistuta, capace di segnare per addirittura 11 giornate consecutive nel 1994/1995.

In effetti se c’è un giocatore a cui, in maniera forse un po’ azzardata, si potrebbe accostare Piątek è proprio Batistuta: molto simili fisicamente (forse leggermente più potente l’argentino, soprattutto nel finale di carriera), accostabili anche per caratteristiche teniche (su tutti quella violenza quasi primitiva con cui sembrano voler spaccare le porte), entrambi arrivati in Italia tra i ventidue e ventitre anni (l’età giusta, né troppo giovani né sul viale del tramonto), entrambi capaci di avere un impatto impressionante sulla Serie A fin dal primo momento pur non potendo contare sull’appoggio di grandissime piazze.

Se le pistole di Piątek non vi ricordano la mitraglia di Batistuta o siete in malafede o siete semplicemente nati dopo il 1999

Forse sta proprio in questo il segreto di questo fulminante inizio di Piątek : poter giocare con la giusta spensieratezza, essendo consapevole di essere venuto a giocarsi le proprie carte al momento giusto nell’ambiente giusto (questo Genoa sembra poter puntare a qualcosa di più della solita salvezza tribolata), senza quella pressione che ha spesso rovinato talenti interessanti capitati nella squadra giusta al momento sbagliato o viceversa. E poco importa se alla fine il record di Batistuta resterà imbattuto: per quello c’è ancora tanto tempo.

(Intanto, in attesa di capire quando la quotazione di Piątek supererà finalmente i 200 milioni di euro che al momento sembrano essere una base d’asta ragionevole per accaparrarsi il polacco, godetevi i suoi primi 10 gol in Italia)

 

 

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