Il risultato più eclatante dell’ultima giornata di Serie A è certamente il pareggio della Juventus ad Udine. Un esito, la X, che era ormai quasi ignoto alla compagine bianconera, la quale non pareggiava una partita da ben 38 giornate: 0-0 a Bologna nel febbraio 2016, punteggio finale che aveva interrotto la serie di vittorie consecutive della squadra di Max Allegri, intavolata da quel derby della Mole vinto per 2-1 allo Stadium con gol decisivo nel finale di Cuadrado. La parità al Dall’Ara impedì alla Vecchia Signora di superare il record di vittorie consecutive del quale è tuttora possidente l’Inter di Mancini del primo scudetto post calciopoli 2006-07.
Dopo la sconfitta interna della Roma contro il rigenerato Napoli si attendeva una risposta più vigorosa della Juventus: una vittoria avrebbe aumentato il distacco dai giallorossi a +10 ponendo del tutto fine al discorso scudetto; il pareggio incrementa comunque il vantaggio di un sol punto, ma concede ancora una flebile speranza alla Roma, con lo scontro diretto da giocare nella capitale alla terzultima giornata, quando magari il dado sarà già stato tratto a favore dei cinque volte campioni nazionali.
Partita che si è rivelata più complicata del previsto, con un’ Udinese disposta perfettamente sul piano tattico da Del Neri che ha inibito le trame offensive della Juventus: Higuain, Mandzukic e Cuadrado non qualificati. Per la prima volta il nuovo modulo orchestrato da Allegri per far convivere le sue stelle non si è dimostrato redditizio. Il giocatore che appare maggiormente in difficoltà è Paulo Dybala. La Joya, pur rivelandosi ancor una volta determinante con il favoloso pallone servito da calcio piazzato a Bonucci per l’incornata del gol del pareggio del centrale difensivo ( apparso invece intimidito, per usar un eufemismo, in occasione del gol del vantaggio di Zapata, quando viene superato troppo facilmente e surclassato dall’ imponenza fisica del colombiano), sembra esser il giocatore che meno ha beneficiato del passaggio dal 3-5-2 al 4-2-3-1. Troppo lontano dalla porta, costituisce il regista d’attacco ( il terzo nel gradiente di ascensione offensiva dell’undici dell’allenatore livornese, assieme a Bonucci e Pjanic), ma appare meno incisivo ed i dati relativi alle marcature stagionali lo dimostrano: 7 gol in 20 presenze sinora nella stagione corrente, a fronte delle 19 marcature realizzate lo scorso anno in 34 presenze totali.
Il conte Max ha oggi concesso un giorno di riposo alla squadra, che riprenderà gli allenamenti nella giornata di domani in vista dell’ennesima sfida stagionale contro il Milan. Nella conferenza post match alla Dacia Arena il tecnico livornese, dopo essersi complimentato con gli avversari friulani, ha dichiarato: ” Abbiamo sbagliato molto tatticamente nei primi venti minuti, bastava finire il primo tempo sullo 0-0 e poi dopo potevamo portare a casa la partita, così non è stato ma c’è stata una buona reazione e direi che è un buon punto che ci porta a +8 sulla Roma. Ma il campionato è lungo, ci sono ancora 33 punti in palio, noi dobbiamo farne almeno 25 per vincere il campionato. Nel secondo tempo bisognava avere più palleggio piuttosto che farsi ingolosire dalla voglia di far gol“. Sulla sostituzione di Dybala a tre minuti dalla fine ha poi aggiunto: “Quando le partite a tre minuti dalla fine non riesci a vincerle, non devi perderle, devi far sì che un episodio te la cambi; avevamo subito troppi contropiedi e Rincon garantiva protezione a centrocampo“.
Allegri ha poi allontanato le voci su un suo possibile trasferimento all’Arsenal, confermandone l’infondatezza ed affermando che, in caso di volontà di cambiamento di panchina, la società sarebbe il primo ente ad esserne informato.
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