La Red Bull, non è un mistero, ha patito un approccio ai regolamenti 2017 molto più difficoltoso rispetto a Mercedes e a Ferrari. La RB13, molto più semplice aerodinamicamente delle concorrenti ed ispirata al principio del ‘low drag’ (minima resistenza aerodinamica), non ha rispettato in pista quanto mostrato nelle simulazioni, non mettendo Ricciardo e Verstappen nelle condizioni di poter sfidare alla pari gli avversari più quotati.
Da Barcellona in poi, anche se Verstappen era salito sul podio già in Cina (3°), la monoposto di Milton Keynes ha iniziato a recuperare il gap, inanellando con Ricciardo cinque podi consecutivi, con la vittoria di Baku ad impreziosire il tutto. Il team principal Red Bull, Chris Horner, ha provato a spiegare le difficoltà iniziali del team anglo-austriaco.
“Gli strumenti non erano correlati con quello che poi vedevamo in pista. Soprattutto è stata la galleria del vento a portarci un po’ fuori strada. La dimensione del modello e la dimensione delle gomme ci hanno dato alcuni risultati spuri, cosa che non era mai accaduta in precedenza. Perciò ci siamo ritrovati ad avere improvvisamente una divergenza tra pista, galleria e CFD” – ha sottolineato Horner ad Autosport.com – “Con una monoposto più grande e una galleria del vento molto sensibile, abbiamo avuto dei problemi mai sperimentati prima. Questo probabilmente ci è costato due mesi, forse anche due mesi e mezzo, per trovare la giusta correlazione e stiamo lavorando duro per recuperare“.
“In generale, il concetto della RB13 è rimasto lo stesso, mutando però la direzione dello sviluppo della stessa, portando i buoni risultati dell’ultimo periodo” – continua Horner – “Dalla gara di Barcellona siamo riusciti ad ottenere delle prestazioni sempre migliori dalla vettura. Abbiamo fatto dei buoni progressi durante la prima metà dell’anno. La nostra speranza è quella di essere più competitivi nella seconda parte della stagione“.
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