Comincia il rush finale della stagione 2016 di Formula 1. Al Circuit of the Americas di Austin prende il via la serie di trasferte americane, che vedrà il Circus spostarsi, dopo il Texas, prima in Messico poi in Brasile. Il Mondiale sembra aver sempre più preso la strada di Nico Rosberg, assolutamente inarrestabile in questa fase post pausa estiva. Il tedesco si presenta negli States forte di un vantaggio su Hamilton salito a 33 lunghezze (313 a 280), in una posizione sicuramente di vantaggio. Alle loro spalle, ci si aspetta un nuovo duello tra Ferrari e Red Bull, con il Cavallino che, dopo la bella quanto disgraziata prova di Suzuka, cercherà di sparare le ultime cartucce in ottica 2° posto Costruttori.
IL CIRCUITO DI AUSTIN
Ideato dallo studio di Hermann Tilke ed inaugurato il 21 Ottobre 2012, con Mario Andretti a compiere i primi giri al volante della Lotus 79 con la quale si laureò Campione nel 1978, il Circuit of the Americas di Austin è sito ad Elroy, nella periferia sud-est della città texana. Completato al termine di un iter partito il 27 Luglio 2010, il circuito misura 5.513 m, per un totale di 20 curve (8 a destra e 12 a sinistra). Circuito medio-veloce, Austin presenta come caratteristiche peculiari gli accentuati dislivelli altimetrici, la presenza di curve di diverso tipo, perlopiù ispirate a sezioni famose di altri circuiti, e la carreggiata che, in più di una staccata, si allarga, con l’intento di fornire più traiettorie per i sorpassi. Ciò che più balza all’occhio, di questo tracciato, è la particolarità della prima curva: ispirata alla Spielberg-Auspuffkurve di Zeltweg, i piloti affrontano una ripida salita (ben oltre il 10% di pendenza), trovando in cima una curva a gomito a sinistra, seguita da un’immediata discesa, che porta ad affrontare curva 2 (a destra). Dopo un allungo, si entra nella zona del circuito di sicuro più spettacolare ed apprezzata dai piloti: ci riferiamo alla veloce sezione 3-4-5 (sinistra-destra-sinistra ispirato alla Maggots-Becketts-Chapel di Silverstone), seguita dal lungo curvone destrorso 6, e dal sinistra-destra 7-8, che dovrebbe ricordare la “S do Senna” di Interlagos. Dopo aver affrontato curva 9 (a 90° a sinistra), si torna a salire velocemente, per poi scollinare in corrispondenza della veloce curva 10 e giungere, dopo un breve rettilineo in discesa, al tornantino (curva 11), posto nuovamente in salita. Quindi, i piloti si lanciano sul lunghissimo rettilineo di un chilometro (ondulato all’inizio e in discesa alla fine) che conduce alla staccata di curva 12, piega a sinistra a 90°. Un ulteriore breve rettilineo porta ad una sezione abbastanza tortuosa, che nella mente degli ideatori dovrebbe ricordare lo Stadium di Hockenheim: dopo curva 13 e 14 (entrambe a destra e medio-lente), i piloti devono affrontare un punto insidioso e di non facile interpretazione, ovvero la doppia a sinistra formata dalle curve 15-16, nel quale non è semplice trovare il punto di corda. In uscita si torna leggermente a salire verso la replica della famosa “curva 8” dell’Istanbul Park, qui un’interminabile curvone a destra con quattro punti di corda (curva 17-18), seguito subito dopo da un allungo in discesa che porta alle ultime due curve (19 e 20), entrambe a sinistra ed entrambe a 90°. Quindi, si ritorna sul rettilineo dei box.
ORARI E DIRETTA TV GP USA
Il Gran Premio degli Stati Uniti 2016 sarà visibile in diretta su Sky Sport F1 HD e in differita sulle reti Rai.
PROGRAMMAZIONE SKY SPORT F1 HD GP USA
Venerdì 21/10/2016
Prove Libere 1 17:00 – 18:30
Prove Libere 2 21:00 – 22:30
Sabato 22/10/2016
Prove Libere 3 17:00 – 18:00
Qualifiche 20:00
Domenica 23/10/2016
Gara 21:00
PROGRAMMAZIONE RAI GP USA (DIFFERITA)
Venerdì 21/10/2016
Prove Libere 1 21:20 – 23:10 (Rai Sport 1)
Prove Libere 2 01:20 – 03.10 (Rai Sport 1)
Sabato 22/10/2016
Prove Libere 3 20:50 – 22:10 (Rai Sport 1)
Qualifiche 23:25 (Rai 2)
Domenica 23/10/2016
Gara 23:20 (Rai 2)
PRONOSTICO GP USA
Sarò ripetitivo, ma non riesco a non vedere le Mercedes come favorite, anche in questo appuntamento texano. Soprattutto guardando all’ultima gara, nella quale le W07, tenute un po’ a freno (almeno a detta di Wolff e compagnia) per timori di affidabilità dopo il flambè di Sepang, hanno dominato con Nico e rimontato in relativa scioltezza con Lewis. Ergo, sarà una sfida tutta interna al team di Brackley, seguendo quello che è l’ovvio motivo d’interesse della gara, ovvero il tentativo, quasi disperato, di Hamilton di rifarsi sotto a Rosberg e riaprire la lotta iridata. L’inglese ha promesso battaglia, così come il tedesco è consapevole che il compagno non mollerà fino a che l’aritmetica gli consentirà di sperare. Ma è altrettanto indubbio che ultimamente Nico le abbia suonate (a tratti sonoramente) a Lewis. Di fronte ad un avversario mai così solido, in primis mentalmente, il bicampione in carica dovrà sfoderare una prestazione perfetta, senza sbavature, in particolare in quello che è diventato l’incubo, per lui, cioè la partenza. Altrimenti, la sensazione è che Nico possa assestare il colpo di grazia e, di conseguenza, cominciare a fare due conti.
Obiettivamente, per Red Bull e Ferrari, l’unica chance (o quasi) per ambire a più di un 3° posto è che le due Frecce d’Argenti si scannino tra loro (stile Barcellona) o che comunque abbiano problemi. Altrimenti è durissima. In Red Bull, è chiaro, vogliono mettersi nella condizione di poter sfruttare qualsiasi occasione possa presentarsi, come accaduto in Malesia e in Giappone. Il target reale è quello di chiudere la partita con la Ferrari nei Costruttori, anche se già i 50 punti attuali rappresentano, per la Scuderia, una salita davvero ripida. La Ferrari è chiamata ad un duplice compito: confermare la competitività mostrata in Giappone, smentendo chi parla di una tantum, poco compreso, tra l’altro, dal team; non sbagliare più (o comunque di meno) con le strategie, visto che la scorsa gara, sotto questo profilo, grida ancora vendetta.
PNEUMATICI E METEO GP USA
Supersoft, Soft e Medium. Questi i compound che la Pirelli porterà per il GP degli Stati Uniti 2016. Andiamo a scoprire le scelte dei piloti e delle varie squadre. Opzioni diverse per i due rivali per il titolo: 6 SS, 4 S e 3 M per Hamilton (così anche le McLaren); 6 SS, 5 S e 2 M per Rosberg. In casa Ferrari, si opta per 7 SS, 5 S e 1 M (idem le Sauber e Grosjean). In Red Bull, invece, entrambi i piloti avranno 6 SS, 3 S e 4 M (come Magnussen). Per quanto riguarda gli altri, in Williams Massa avrà 7 SS, 4 S e 2 M (anche Gutierrez), mentre Bottas, invece, 7 SS, 3 S e 3 M (come le Toro Rosso e Hulkenberg). Infine, Palmer avrà 6 SS, 2 S e 5 M, le Manor 5 SS, 5 S e 3 M, Perez 8 SS, 3 S e 2 M.
Austin è un circuito, dal carico aerodinamico medio, esigente con gli pneumatici. In primis per le variazioni di temperatura, poiché è capitato nelle scorse edizioni di avere escursioni termiche anche di una ventina di gradi tra una sessione e l’altra. Quindi per le sollecitazioni laterali, provocate dalle tante curve in appoggio presenti. Il livello di grip ed abrasività dell’asfalto è medio, mentre la presenza di tre lunghi rettilinei porta gli pneumatici a raffreddarsi e a rendere più ostiche le frenate. Sotto quest’ultimo aspetto, la pista presenta un tasso di difficoltà medio, con la frenata più impegnativa che è quella di curva 12. Concludendo con la strategia vincente del 2015, bisogna dire che la gara iniziò con asfalto bagnato e vi furono due safety car. Hamilton, il vincitore, montò prima le intermedie, passando poi a due set di gomme Soft.
Non ci dovrebbe essere pericolo di rivivere il weekend dello scorso anno dal punto di vista climatico. Un uragano sferzò la zona, condizionando pesantemente soprattutto il venerdì e il sabato, con la cancellazione della PL2 e lo spostamento delle qualifiche alla domenica mattina. Al venerdì si prevede cielo sereno, con temperature variabili dai 19 del mattino ai 25 del pomeriggio. Situazione simile anche al sabato, con le temperature che, in vista delle qualifiche, potrebbero arrivare anche sui 28 C°. Chiudiamo con la gara: il cielo è previsto poco o parzialmente nuvoloso, con temperature tra i 26 ed i 28 C°.
ALBO D’ORO GP USA
Il GP degli Stati Uniti ha cambiato sede per ben 8 volte nel corso della sua storia. Nell’ordine, Sebring, Riverside, Watkins Glen (dal ’61 al ’75), Dallas, Detroit (’85-’88), Phoenix (’89-’91), Indianapolis (2000-07) ed Austin (2012 ad oggi).
1959 (Sebring) – Bruce McLaren NZL (Cooper-Climax)
1960 (Riverside) – Stirling Moss GBR (Lotus-Climax)
1961 (Watkins Glen) – Innes Ireland GBR (Lotus-Climax)
1962 – Jim Clark GBR (Lotus-Climax)
1963 – Graham Hill GBR (BRM)
1964 – Graham Hill GBR (BRM)
1965 – Graham Hill GBR (BRM)
1966 – Jim Clark GBR (Lotus-BRM)
1967 – Jim Clark GBR (Lotus-Ford Cosworth)
1968 – Jackie Stewart GBR (Matra-Ford Cosworth)
1969 – Jochen Rindt AUT (Lotus-Ford Cosworth)
1970 – Emerson Fittipaldi BRA (Lotus-Ford Cosworth)
1971 – François Cevert FRA (Tyrrell-Ford Cosworth)
1972 – Jackie Stewart GBR (Tyrrell-Ford Cosworth)
1973 – Ronnie Peterson SWE (Lotus-Ford Cosworth)
1974 – Carlos Reutemann ARG (Brabham-Ford Cosworth)
1975 – Niki Lauda AUT (Ferrari)
1984 (Dallas) – Keke Rosberg FIN (Williams-Honda)
1985 (Detroit) – Keke Rosberg FIN (Williams-Honda)
1986 – Ayrton Senna BRA (Lotus-Renault)
1987 – Ayrton Senna BRA (Lotus-Honda)
1988 – Ayrton Senna BRA (McLaren-Honda)
1989 (Phoenix) – Alain Prost FRA (McLaren-Honda)
1990 – Ayrton Senna BRA (McLaren-Honda)
1991 – Ayrton Senna BRA (McLaren-Honda)
2000 (Indianapolis) – Michael Schumacher GER (Ferrari)
2001 – Mika Hakkinen FIN (McLaren-Mercedes)
2002 – Rubens Barrichello BRA (Ferrari)
2003 – Michael Schumacher GER (Ferrari)
2004 – Michael Schumacher GER (Ferrari)
2005 – Michael Schumacher GER (Ferrari)
2006 – Michael Schumacher GER (Ferrari)
2007 – Lewis Hamilton GBR (McLaren Mercedes)
2012 (Austin) – Lewis Hamilton GBR (McLaren-Mercedes)
2013 – Sebastian Vettel GER (Red Bull-Renault)
2014 – Lewis Hamilton GBR (Mercedes)
2015 – Lewis Hamilton GBR (Mercedes)
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