F1, dal prossimo anno le monoposto monteranno l’Halo

La riunione di ieri dello Strategy Group in quel di Ginevra, la prima alla quale hanno preso parte tutti i team partecipanti al Mondiale, ha partorito un’importante (quanto sgradita) novità. A partire dal 2018, infatti, su tutte le monoposto di Formula 1 dovrà essere montato il tanto discusso Halo, che ha vinto la concorrenza dello Shield. Il tutto nonostante l’opposizione di nove team su dieci.

Anno 2016. Kimi Raikkonen, sulla sua Ferrari, prova l’Halo. Nella giornata di ieri, lo Strategy Group ha annunciato che le monoposto, a partire dal prossimo anno, dovranno montarlo obbligatoriamente (foto da: uk.news.yahoo.com)

Il tema degli strumenti di protezione dell’abitacolo delle monoposto è stato il punto primario affrontato nella discussione, e ha visto le parti in causa propendere all’unanimità per la soluzione che ha visto la luce lo scorso anno. Lo Shield è stato scartato dopo una sola prova in pista, tra le altre cose durata appena un giro, verificatasi venerdì scorso a Silverstone durante la PL1. Vettel, sulla cui monoposto era stato montato il dispositivo, lo aveva criticato pesantemente, in particolare in termini di visibilità e di riverberi.

Nella stessa riunione si è continuato a discutere riguardo il cambio regolamentare sulle power unit che dovrebbe avvenire a partire dal 2021, optando per un aggiornamento alla prossima riunione dello Strategy Group, a settembre. Inoltre, è stato valutato un progetto di contenimento costi, presentato da una commissione formata dai rappresentanti dei titolari dei diritti commerciali della Formula 1, della FIA e delle squadre.

Tutti hanno garantito il massimo supporto alle iniziative che verranno adottate per rendere nel prossimo futuro lo sport maggiormente sostenibile. Infine si è anche parlato di come migliorare lo spettacolo in pista, ma in questo caso bisognerà aspettare il risultato di studi specifici sull’argomento per valutarli attentamente.

LA MIA OPINIONE

Tornando al punto di partenza, ovvero all’Halo, non posso nascondere la delusione per una decisione a mio modo di vedere sbagliata. Vero, si dirà che nel corso dei decenni non poche sono state le soluzioni inizialmente giudicate in modo negativo e alle quali poi ci si è abituati col tempo. Così come i paladini della sicurezza diranno che, in nome di quest’ultima, val bene tutto.

Ma l’Halo è sbagliato proprio dal punto di vista concettuale, poichè rappresenta una soluzione di mezzo (forse nemmeno), uno ‘stupido’ compromesso, perchè o copri del tutto l’abitacolo, studiando soluzioni simil LMP1, oppure lasci le cose come stanno, ovvero quella che sarebbe stata la decisione di gran lunga migliore, non solo esteticamente parlando. Questo perchè l’infradito va a coprire una serie di incidenti che in Formula 1 si verificano in modo estremamente raro.

L’Halo nulla avrebbe potuto per evitare le tragiche conseguenze dello schianto di Bianchi contro la gru di Suzuka nel 2014 (e questa corsa folle della Federazione Internazionale proprio da lì è partita, con sensazioni molto sgradevoli). Assolutamente nulla avrebbe potuto per evitare che la molla della BrawnGP di Barrichello centrasse il casco di Massa a Budapest 2009.

Con molta probabilità, nello stesso anno a Brands Hatch (ma in F2), avrebbe evitato la morte del povero Henry Surtees, ma con i cavi di ritenzione attualmente presenti in Formula 1 (e non solo) è diventato estremamente complicato, anche in caso di incidenti ad alta velocità, che una ruota possa volare via. Così come avrebbe quasi certamente salvato la vita a Justin Wilson, deceduto nel 2015 dopo esser stato colpito al casco da un grosso pezzo della monoposto di Sage Karam, durante una gara di IndyCar a Pocono.

Alla fine della fiera, non può sfuggire la considerazione che l’Halo vada a coprire una fetta troppo ristretta di problematiche che possano colpire un pilota, aprendo invece altre criticità, ampiamente sollevate da tanti addetti ai lavori e soprattutto piloti, per nulla concordi sull’utilizzo di questo strumento e anzi in larga parte contrari (eccetto Ricciardo e Massa). Il pilota si ritrova con la visibilità ostruita al centro (benchè non in modo esagerato, a dirla tutta), si sono verificati seri problemi di estrazione del pilota nei rigidi tempi previsti dal regolamento della stessa FIA.

E, come sottolineato in precedenza, non fornisce la benchè minima certezza di proteggere il pilota in caso di urto con oggetti piccoli, a meno di non avere la fortuna di andare ad incocciare proprio con i sostegni dell’Halo stesso. Ripeto, il lato estetico, pur importante, in questo caso non è l’aspetto fondamentale. E’ il lato funzionale a lasciare perplessi, poichè, pur con tutti gli scongiuri del caso, se dovesse verificarsi un Budapest 2009 bis saremmo nuovamente punto e a capo. E l’Halo si rivelerà per quello che è, citando il mitico e compianto Ragionier Fantozzi: una cagata pazzesca!

 

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