Esclusiva Stadiosport- Marco Zamboni :”Mi diverto ancora a giocare. Alla Reggina vinsi una scommessa con il presidente Foti”

In esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it, Marco Zamboni, ex difensore roccioso dal tiro potente, con degli ottimi trascorsi, vissuti in gran parte in Serie A e B, indossando le maglie di Chievo, Juventus, Napoli, Lecce, Reggina, Modena, Udinese, Sampdoria, Verona, Spezia, Crotone.

Oggi all’età di quasi 40 anni si diverte ancora a giocare con i dilettanti dell’Ambrosiana, una volta però appesi gli scarpini al chiodo non ha alcuna intenzione almeno per il momento di rimanere all’interno del calcio. Con lui abbiamo parlato della sua carriera e di vari argomenti calcistici, in particolare ha voluto ricordare con piacere l’esperienze di Napoli e Reggina, su quest’ultima ci ha raccontato un simpatico aneddoto con il presidente degli amaranto, Lillo Foti, prima di un Reggina-Juventus. Non ha nascosto inoltre la sua gioia per la promozione in A della Spal, altra sua ex squadra, dove ha giocato le sue ultime quattro stagioni da professionista.

Ciao Marco,cosa fai oggi dopo un’ottima carriera da difensore ?

” A 39 anni mi diverto ancora a giocare, infatti milito in Serie D con l’Ambrosiana, ma oltre a questo mi occupo di attività non inerenti al mondo del calcio”.

All’età di 20 anni la Juventus ti prese dal Chievo, che emozione hai provato ?

“A quella età non avevo la maturità necessaria per capire dove ero arrivato, ma è stata comunque un’emozione grandissima”.

Negli anni successivi tu con la maglia della Reggina facesti goal su punizione proprio alla Juventus, quel momento per te è stato un riscatto verso i bianconeri oppure lo hai vissuto semplicemente con tanta gioia ?

” Riscatto no, sicuramente è stata una gioia enorme perché era il goal del 2-1, ma mancava mezzora alla fine ed eravamo anche in dieci,  poi ricordo che venivamo anche da una situazione difficile oltre tutto privi di Mozart a centrocampo. Fu una vittoria importantissima contro una grande Juventus che all’epoca aveva giocatori fortissimi come Ibrahimovic e allenata da Capello”.

E’ vero che prima di quel Reggina-Juventus, tu e il presidente Foti avevate fatto una scommessa? Ce ne vorresti parlare?

“Si il presidente prima della gara entrò nello spogliatoio, dicendomi che se avessi segnato il goal vittoria contro la Juventus mi avrebbe regalato un orologio. Scommessa che poi ho vinto visto come è andata e dopo pochi giorni il presidente Foti me lo fece avere (sorride)”.

Tu in quell’anno in riva allo Stretto avevi come allenatore Walter Mazzarri, che ricordo hai di lui ?

“Grandissimo allenatore, soffriva un pò la personalità di qualche giocatore nei confronti di un altro, ma a parte questo è molto bravo come tecnico e mi sono trovato benissimo con lui. Poi nel secondo anno di Reggio il mister fece un capolavoro, io e Bonazzoli siamo stati costretti ad andare via perché la società doveva sistemare il discorso riguardo le fideiussioni e quindi andava fatto qualche sacrificio da parte del presidente, il quale era molto competente e ha fatto tantissimo per la Reggina”.

Oggi la Reggina non è più quella di quando giocavi tu, purtroppo dopo un passato glorioso soffre in Lega Pro, pensi che gli amaranto in un futuro potranno tornare in alto?

“Dipende da come lavora la società, sicuramente ha un grande potenziale e deve sfruttare questo. Sicuramente non è semplice, ma neanche impossibile”.

Tra le tante piazze dove sei stato c’è anche Napoli, che a quei tempi non era la società oggi. Tu hai giocato con i partenopei in due occasioni, che ricordo hai?

” A Napoli sono stato benissimo, la prima volta nella campionato di A  1997-1998 rimasi solo un mese e mezzo, in quell’anno c’erano ancora tre sessioni di calciomercato e io fui il primo a cambiare tre maglie in una sola stagione. Successivamente ci tornai in B nella stagione 2003-2004, dove mi rilanciai facendo un’ottima annata ed eravamo anche un bel gruppo, peccato che non era la società di quando arrivai la prima volta, però è stato un anno importante in un campionato cadetto molto più duro di quello attuale. Dopo quella stagione ritrovai la massima serie, andando alla Reggina che mi cercò per prima e io accettai subito la chiamata del presidente Foti”.

La tua ultima squadra dove hai militato in Lega Pro per quattro anni da professionista è la Spal, squadra che in soli due anni ha fatto il doppio salto dalla B alla A. ti ha sorpreso questa impresa da parte della squadra ferrarese ?

” La Spal è stata l’unica squadra nel corso della mia carriera, dove ho giocato per più di tre anni. L’attuale proprietà non è quella di quando giocavo io, ma la conosco perché ha fatto la stessa impresa con la Giacomense, portandola in pochi anni dalla Prima Categoria alla Serie C . Parliamo di una società formata da persone competenti di calcio e che lavorano bene”.

Tornando al Napoli, pensi che la squadra partenopea  potrebbe un giorno superare la Juventus ?

“Il Napoli non potrà mai superare la Juventus per un motivo molto semplice, vale a dire la tranquillità, intendo dal punto di vista mediatico. La Juventus inoltre ha una voglia di vincere che le altre non hanno, quindi credo che continuerà ancora a dominare per altri anni ancora”.

Non pensi che forse la Juventus dovrebbe pensare a ringiovanire il reparto difensivo?

” Credo che l’attuale difesa bianconera può ancora giocare per altri due anni, poi è chiaro che non sono eterni, però c’è già pronto Rugani e gradualmente si inserirà anche Caldara, in modo che insieme potranno essere per il futuro la nuova coppia centrale difensiva dei bianconeri”.

Come vedi l’avvento delle proprietà straniere nel calcio italiano?

“Io non lo concepisco, ci vuole una proprietà che sia presente e vicina la squadra. L’Inter ad esempio andrebbe rifondata, poi questi cinesi non hanno competenza di calcio, infatti  cercano noi per andare ad allenare nel loro campionato. Per me il modello da seguire sia dal punto di vista tecnico e anche imprenditoriale è certamente l’Atalanta, che con i ragazzi del vivaio per giunta italiani ha raggiunto l’Europa, facendo meglio di tante squadre blasonate”.

 

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