Esclusiva Stadiosport-Alberto Malusci: “Alleno i giovani e li aiuto a realizzare un sogno. La Fiorentina? La società deve dare segnali importanti alla tifoseria viola.

L’ex difensore della Fiorentina e non solo, ha parlato ai nostri microfoni dei suoi progetti, della sua carriera, del calcio in generale senza dimenticare la squadra viola a cui lui è molto legato e spera di poterla rivedere lottare per obiettivi importanti.

 

 

In esclusiva ai microfoni di Stadiosport, Alberto Malusci, ex difensore della Fiorentina con trascorsi importanti vissuti anche all’estero, dove ha militato in Francia nell’Olimpyque Marsiglia oltre che in diverse squadre del campionato belga, senza poi dimenticare altre esperienze in Italia tra A e B . Oggi Alberto allena i giovani della scuola calcio Ponte Rondinelle Marzocco, società fiorentina dove lui mette a disposizione di questi ragazzi la sua grande esperienza da professionista.

 Malusci nel corso dell’intervista ci ha parlato anche del suo rapporto con Gabriel Batistuta, il quale è stato suo compagno per diversi anni alla Fiorentina, vivendo dei bei momenti oltre alla crescita del bomber argentino che lo ha portato ad essere tra i migliori attaccanti al mondo. Tra i tanti argomenti trattati non potevano non parlare della situazione attuale della squadra viola, che in questo momento del calciomercato si sta soltanto indebolendo cedendo pezzi pregiati e Malusci come tutti i tifosi fiorentini sono in attesa di risposte concrete da parte della dirigenza, perché Firenze e la Fiorentina meritano di lottare per traguardi prestigiosi.

Ciao Alberto, dopo aver vissuto un’ottima carriera da difensore professionista, di cosa ti occupi oggi ?

“Oggi faccio il responsabile tecnico della scuola calcio Ponte Rondinella Marzocco, in questa società ho anche due squadre che sono i 2001 e i 2004, praticamente metto a disposizione la mia esperienza per i giovani, in modo da aiutarli a  crescere”.

Nei tanti anni trascorsi alla Fiorentina hai avuto la possibilità di giocare con grandi campioni, tra tutti Gabriel Batistuta, che rapporto avevi con lui ?

“Bati era un ragazzo straordinario, è arrivato in punta di piedi cercando di capire come è il calcio italiano e le nostre abitudini, poi è cresciuto tantissimo lavorando bene, fino a diventare uno dei più forti attaccanti al mondo”.

Qual’è stato il momento più bello della tua carriera da professionista ?

“Il momento più bello della mia carriera è stato sicuramente l’esordio in A all’età di 17 anni. Io durante i camping estivi racconto un aneddoto ai miei ragazzi, chiedendogli prima chi sono i loro idoli e giustamente mi rispondono dicendomi Messi o Cristiano Ronaldo come è normale che sia. Io poi gli racconto sempre che il mio idolo era Diego Armando Maradona e con il duro lavoro sono riuscito ad affrontarlo e lo stesso dico a loro, magari un domani arriverete ad affrontare Messi e Cristiano Ronaldo, ma per riuscirci bisogna crederci e soprattutto lavorare tanto”.

Tra i tanti allenatori avuti qual’è quello che ti ha dato qualcosa in più rispetto agli altri ?

“Quando sei lì al momento il migliore è sempre quello che ti fa giocare e quelli che invece non ti fanno giocare li vedi pieni di difetti, poi appendi gli scarpini al chiodo e ti accorgi che tutti ti hanno lasciato qualcosa. Posso farti i nomi di Claudio Ranieri, John Toshack, ma anche Delio Rossi nonostante non mi abbia fatto giocare molto, a bocce ferme ti dico che è un bravissimo allenatore. Poi non dimentico Bruno Giorgi, il quale mi ha dato la possibilità di esordire nel professionismo”.

Tu nel corso della tua carriera hai avuto esperienza anche in campionati esteri, che differenze hai riscontrato con il calcio italiano ?

“In Italia rispetto all’estero c’è più pressione mediatica mentre dal punto di vista tecnico tattico anche in Francia e Belgio dove sono stato, il livello sta crescendo anche se noi restiamo i più bravi, ma cerchiamo di rubare qualcosina a loro come è normale che sia, oggi comunque sono tutti all’avanguardia a livello tattico”.

La crescita che tu giustamente hai fatto notare in questi campionati esteri non pensi che invece in Italia ci sia sta una involuzione a livello tecnico?

“Assolutamente si, in Italia abbiamo paura di lanciare i giovani mentre all’estero lo fanno senza problemi basta vedere il Monaco. Da noi purtroppo a livello giovanile si da priorità alla tattica e meno alla tecnica, purtroppo questo è un problema, per non parlare del fatto che si pensa più al risultato e meno alla crescita del ragazzo”.

Non posso non chiederti della situazione attuale legata alla tua Fiorentina, fin qui poco attiva sul mercato in entrata, ma ha ceduto elementi importanti. Sei preoccupato?

“Da tifoso ti dico che bisogna essere ottimisti anche se l’ottimismo sta scemando tenendo conto che il campionato inizia tra 20 giorni, quindi mi aspetto tanto dalla società che ha guadagnato bene dalle varie cessioni e dovrebbe consegnare a Pioli una rosa competitiva e  degna della città di Firenze”.

In tutti questi anni di gestione da parte della famiglia Della Valle, come mai non sono stati in grado di poter far fare un salto di qualità alla Fiorentina?

“Loro ragionano da imprenditori cercando di non fare il passo più lungo della gamba, almeno durante la loro gestione hanno fatto capire questo alla piazza. L’ambiente è un pò nervoso per l’attuale situazione, credo e spero che la Fiorentina non inizi la stagione con questa rosa perché è troppo leggera e con pochissimi elementi d’esperienza, servono comunque 5-6 innesti per allestire una squadra competitiva. Servono risposte concrete da parte della società viola, perché lo meritano i tifosi e la città”.

Secondo te che tipo di Serie A vedremo in questa stagione ?

“La Juventus rimane la squadra da battere poi vedo protagoniste Napoli, Milan e Inter. I bianconeri anche se possono sembrare verso la fine di un ciclo sono una società che vede avanti rispetto alle altre.

Non credi che per la Juventus servirà qualcosa in più per potersi finalmente imporre in Europa?

“In Europa per la Juventus come anche per gli altri club italiani serve un cambio di mentalità a prescindere dai valori tecnici, è proprio lì la differenza tra noi e le big europee”.

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