Antonio Cassano non è mai stato banale, sul rettangolo verde e fuori. Anche oggi, a 35 anni appena compiuti, ha regalato l’ennesima “cassanata”, annunciando il ritiro dal calcio giocato.
Una sorpresa, o meglio un fulmine a ciel sereno, considerando che il pugliese sembrava essersi inserito bene nel gruppo e prometteva cose importanti a fianco di Alessio Cerci e, soprattutto, del suo “gemello” Giampaolo Pazzini, forse l’unico partner d’attacco con cui sia riuscito a formare un duo irresistibile ai tempi della Sampdoria. La motivazione data era la nostalgia della famiglia.
Meno di un’ora fa Cassano ha tenuto una breve conferenza stampa in cui, rullo di tamburi, ha annunciato che proseguirà questa avventura con gli scaligeri: ha parlato di un momento di debolezza e ha confermato anche la versione che lo voleva nostalgico della sua famiglia e ha ringraziato pubblicamente il presidente Maurizio Setti e il ds Fabio Fusco per aver fatto uno strappo alla regola e concesso al fantasista di far giungere la famiglia presso il ritiro della squadra. Ha affermato, infine, che non perdonerebbe mai di gettare al vento questa nuova occasione e che si impegnerà al massimo per disputare una stagione all’altezza del suo talento.
Cassano lo conosciamo bene: attaccante dai piedi sopraffini, ha avuto una carriera nettamente inferiore alle aspettative per via di un carattere indolente e poco incline al sacrificio, con l’aggravante dei numerosi colpi di testa che lo hanno portato a numerosi screzi con compagni di squadra e allenatori. Un calciatore che ha sprecato il suo talento e buttato via una carriera che poteva essere strepitosa: questo è stato, ed è, Antonio Cassano.
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