Aprendo i giornali stamattina, sembrava di essere entrati nella terza guerra mondiale. Facinorosi terroristi mascherati dietro le sembianze di tifosi si erano permessi di esibire uno striscione in cui, senza troppi giri di parole, consigliavano ai giocatori della Roma di dormire con la luce accesa anche di notte. A corredo di questo messaggio alquanto intimidatorio, tre manichini che penzolavano sul ponte di Via degli Annibaldi, a due passi dal Colosseo, che indossavano le maglie di Naingollan, De Rossi e Salah.
Un’immagine di pessimo gusto che sarebbe da condannare senza se e senza ma, se non fosse che in queste ore il legislatore si è pronunciato sulla legittima difesa con una sentenza che ha dell’incredibile: sparare ai ladri non sarà più reato, a patto che la sparatoria avvenga di notte. Di fronte a una castroneria del genere, i manichini appesi dai tifosi della Lazio (che hanno rivendicato il gesto) sembrano petali di rosa lanciati fuori dalla chiesa al termine di un matrimonio estivo.
Lungi da me affermare che i tifosi della Lazio hanno fatto bene a inscenare quella coreografia macabra, ma credo che i giornalisti e gli addetti ai lavori facciano bene a focalizzarsi su quali sono i veri problemi del calcio e dell’Italia. Troppo facile fare demagogia e ricorrere ai consueti stereotipi sugli ultras violenti che rovinano il calcio, sui bambini che non possono più andare allo stadio e sui poveri giocatori della Roma che dovranno vivere sotto scorta per il resto del loro giorni.
Il problema dell’Italia è che viviamo di gossip e che abbiamo perso di vista i veri problemi di un calcio allo sbando e di un paese rassegnato, timoroso e pieno di rabbia. Che Stato è quello che permette di sparare quando fa buio? Che federazione calcistica è quella che permette a Galliani e Preziosi di discutere (amichevolmente o meno) su come spartirsi i diritti televisivi a discapito degli altri? A queste domande non sappiamo e non vogliamo rispondere perché siamo troppo impegnati a vomitare odio e rabbia nei confronti dei macabri manichini esposti dai tifosi laziali. I veri manichini, però, siamo noi.
Noi che nascondiamo la testa sotto la sabbia quando dobbiamo esporci in prima fila per difendere i nostri diritti, noi che scendiamo in piazza solo se l’Italia vince il mondiale o se salta il segnale di Sky, noi che ci indigniamo soltanto di cose che fanno effetto ma che non siamo più capaci di lottare per i veri valori.
Noi che ci nascondiamo dietro “l’ho letto su Facebook”, noi che abbiamo smesso di leggere libri, noi che non prenderemo mai la pensione perché qualcuno ha deciso di prendere i soldi di tutti, noi che leggiamo un solo giornale e che abbiamo perso la capacità di analizzare una notizia con spirito critico, noi che ci scandalizziamo di fronte a un manichino ma che non riusciamo a combattere i fantasmi di un’Italia irriconoscibile dominata dalla paura. I veri manichini siamo noi, leoni da tastiera in un mondo sempre più buio. Ma almeno potremo sparare.
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