Esce con l’amaro in bocca, che si è trasformata presto in bava, la squadra di Allegri dal Wanda Metropolitano di Madrid. Un 2-0 che sarebbe potuto essere anche più rotondo se non fosse per l’imprecisione degli attaccanti spagnoli e la bravura di Szczesny.

Cristiano Ronaldo in azione al Wanda Metropolitano durante la partita degli ottavi di Champions.
Fonte: Twitter Juventus FC

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Una Juventus che è giunta a Madrid più con le intenzioni di controllare il risultato che cercare di portarlo dalla propria parte. I dati sul possesso di palla ci dicono poco sull’andamento del match. La formazione di Simeone non è mai stata interessata a gestire un incontro, ma semmai a frantumare tutte le iniziative avversarie e sulle sue ceneri costruire la sua riscossa.

Si può dire che sia stato proprio questo il tema dominante della partita di mercoledì sera. Da una parte una squadra che con il supporto del pubblico di casa è riuscita a frenare la maggiore prestanza tecnica dei bianconeri, mettendo in primo piano la forza fisica e la velocità nei contrasti.

Nonostante la formazione di Allegri sia partita subito forte, con la pazienza di chi deve studiare un avversario molto chiuso e pronto a colpire in contropiede. Quando non si riesce a penetrare un muro così invalicabile, allora ci sono i campioni con le loro doti tecniche che provano a colpire con il loro estro.

Cristiano Ronaldo, l’uomo preso per portare al successo la Vecchia Signora, ci prova dalla distanza con un calcio di punizione insidioso, un siluro da oltre venticinque metri che Oblak riesce a deviare in angolo.

Subito dopo ci prova anche Bonucci, l’altra arma a disposizione di Allegri, con un colpo di testa su calcio d’angolo di Pjanic. Quindi la formazione di casa viene fuori con un rasoterra dalla distanza di Thomas.

Un 4-4-2 abbottonato per Simeone, con la coppia di ferro Gimenez-Godin a garantire una chiusura ermetica ad ogni avanzata bianconera. Sono stati anche i due uomini decisivi per il punteggio finale, visto che hanno realizzato una marcatura a testa. Queste sono scaturite da due episodi, piuttosto fortuiti, ma quando nelle occasioni importanti sei presente non si può più fare appello alla sorte. Nelle mischie e nei contrasti sono stati superiori ai loro dirimpettai bianconeri, più reattivi e pronti a sfruttare le loro occasioni. 

Quindi c’è qualcos’altro di più importante e decisivo che ha generato il punteggio finale. Una chimica di squadra, amalgamata in questi otto anni che siede sulla panchina. Simeone è riuscito a giostrare a suo piacimento le caratteristiche dei giocatori. Ha reso un’insieme di giocatori un gruppo coeso e determinato a raggiungere un solo risultato.

Thomas e Rodrigo sono stati i due centrali nella metà campo con Saul e Koke ai lati, mentre in avanti Diego Costa e Griezmann. Questa formazione piano piano cambia fisionomia, con l’ingresso di Morata e Lemar, con l’ultimo puntello di Correa per cercare di essere più imprevedibili e veloci davanti.

Massimiliano Allegri prova ad inserire Bernardeschi al posto di Dybala, piuttosto evanescente durante la partita, poi quello di Cancelo al posto di Matuidi, ma gli esiti non sono cambiati.  

Più invenzione con il dribbling e la velocità, ma l’approccio dei bianconeri è rimasto sempre contratto, mai propositivo. Ci vuole proprio una scossa per il ritorno, con una maggiore propensione offensiva e pochi atteggiamenti difensivi. La Juventus deve cambiare faccia, crescere sul piano della personalità e delle giocate.