Analisi Tattica – Serie A 2016-2017: come giocano Juventus e Inter

Sono passati 4 mesi dall’ultima sfida fra Inter e Juventus, si giocava a Milano, e si affrontavano due squadre totalmente diverse. A sorpresa vinse l’Inter di De Boer, l’unico momento felice dell’olandese sulla panchina milanese, e la Juventus cominciò a mostrare i primi scricchiolii nello schieramento con difesa a 3, e quella fu anche la prima delle diverse sconfitte subite fuori casa dai bianconeri. Nessuno poteva prevedere, allora, che le due squadre si sarebbero affrontate a Torino, scontrandosi con due moduli speculari, ed anche due modi di stare in campo simili. Sia Pioli, che Allegri, hanno scelto la via del 4-2-3-1, e per ora, la scelta sta funzionando.

Nuova Inter, nuovi stimoli

L’Inter arriva alla sfida delle sfide, dopo una brutta sconfitta in Coppa Italia, ma una serie di risultati positivi incoraggianti. I nerazzurri sono usciti dalla crisi De Boer, dal gioco di possesso, lento e prevedibile, che rendeva terribilmente vulnerabile la retroguardia nerazzurra, ed hanno scelto quello che da molti è stato definito un normalizzatore: Stefano Pioli. La definizione, in realtà, non calza perfettamente all’allenatore di Parma, che non è un semplice traghettatore, che porta normalità e sicurezza nei calciatori, ma un tecnico che ha sempre dimostrato di avere solidi principi, e di avere grande bravura nell’amministrare quello che ha, mettendo ogni cosa al suo posto, sotto il minimo comune denominatore dell’intensità.

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Alcune azioni d’attacco di Inter-Pescara. In pochi minuti c’è tutto, recupero del pallone, velocità nelle transizioni, ma soprattutto tanto, tanto, tanto gioco sulle fasce.

L’Inter di Pioli tira di più in porta (conseguenza, anche, del ritorno in campo di Brozovic), effettua più cross, e lo fa in maniera più precisa, e contando tutto più sulle sovrapposizioni, che sulla creazione di catene laterali, così è aumentata la qualità delle prestazioni dei terzini (Ansaldi e D’Ambrosio) e sono tornati al centro del gioco Candreva e Perisic, ed Icardi ha più palle in area da giocare, ma soprattutto, cosa fondamentale, non è più solo a lottare con le difese avversarie, ma accompagnato da una squadra che adesso ha un’idea di cosa fare in fase offensiva.

Il centrocampo dell’Inter, passato a un double pivot tutto intensità e contrasti, si è arricchito di un elemento importante come Gagliardini, utile a difendere in avanti, e soprattutto di Brozovic, tornato ad essere il centrocampista totale che la squadra di Pioli necessita. Grazie al lavoro dei due centrocampisti, la squadra è più corta, ha meno spazi fra i reparti, ma a volte soffre della gioventù e l’esuberanza dell’italiano e del croato, e alle spalle dei due rischia di incorrere in troppi pericoli.

A livello difensivo, l’Inter è tornata a marcare a uomo, sfruttando meglio le caratteristiche di Miranda e Murillo. In generale si preferiscono di più i tackle, anche aggressivi, agli intercetti; un’arma a doppio taglio, perché quando l’Inter gioca contro squadre brave a consolidare il possesso, e ad uscire palla al piede dalla pressione degli avversari, i pericoli si triplicano, gli equilibri saltano, e si rischia di subire anche troppo.

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Un esempio lampante, contro il Napoli, che gioca palla a terra velocemente, l’Inter ha sofferto veramente troppo.

 

L’Inter affronta la rivale storica in trasferta, in una gara piena di stimoli, ed in fondo non ha molto da perdere. La sconfitta potrebbe bruciare, ma sarebbe da vedere innanzitutto come si svolge la partita, ma non sarebbe un dramma visti i numeri spaventosi della Juventus in casa, mentre la vittoria, ma anche un pareggio, avrebbero un effetto afrodisiaco sull’ambiente nerazzurro, e potrebbe dare la spinta decisiva per assaltare il terzo posto in classifica. 

I nerazzurri cercheranno di colpire, dunque, sfruttando la loro arma principale: le fasce, e sarà una bella sfida fra Perisic e Lichtsteiner, ma soprattutto Candreva ed Alex Sandro. 

 

La Juventus 3.0

A Firenze si è probabilmente chiuso il grande ciclo della Juventus schierata con il 3-5-2. E’ sembrato fin troppo evidente che questo modulo mette in luce tutti i problemi della rosa bianconera, nel periodo post Vidal prima, e post Pogba dopo, e non fa spiccare il potenziale vero degli interpreti più importanti della squadra bianconera. Non è detto che Allegri non possa riproporre il modulo in casi di emergenza, o in partite contro squadre più piccole, ma di sicuro il toscano stava già virando da tempo per uno schieramento con difesa a 4

Il 4-3-1-2 ha funzionato in alcuni casi, ma è stata la gara interna contro la Lazio che ha visto nascere la Juve 3.0, con un 4-2-3-1 che vede in campo tutti gli uomini più offensivi della rosa dei campioni d’Italia.

La Juventus adesso gioca un calcio più di possesso, utilizzando molto la connessione Dybala-Pjanic in mezzo al campo, con il bosniaco schierato dietro la linea dei trequartisti, in coppia con Khedira, o Marchisio. Il tedesco, per mantenere il giusto equilibrio, ha diminuito il numero dei propri inserimenti offensivi, per mantenersi più indietro e stare attento ad eventuali errore in costruzione di Pjanic.

La Juventus, un po’ come l’Inter, sviluppa molto il gioco sulle fasce, in particolare utilizzando la coppia Cuadrado-Lichtsteiner sulla destra, mentre sembra decisiva la nuova posizione di Mario Mandzukic, un esterno sinistro atipico, ma che in realtà ha dimostrato di avere numeri e capacità per giocare in quel ruolo. Il croato è famoso per dare tutto alla squadra, anche quando non è nel suo ruolo ideale, ma soprattutto sta dimostrando di essere un’arma in più quando si palesano nuovamente le difficoltà in fase di costruzione dei bianconeri. 

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Adesso non si deve per forza partire dai due difensori, soprattutto se sono marcati. C’è Mandzukic a vincere i duelli aerei sulla sinitra, e creare difficoltà nelle difese avversarie.

Finalmente Allegri ha abbandonato l’atteggiamento rinunciatario che la Juventus, ogni qualvolta che andava in vantaggio, assumeva. Persino contro il Bologna (con tutto il rispetto), in casa, una volta andata in vantaggio di due reti, la squadra ha lasciato il pallino del gioco agli ospiti. La difesa a 4 deve ancora oliare diversi meccanismi, ma gioca molti metri più avanti, con il rischio di accettare l’1 vs. 1 con gli avversari; Bonucci non rinuncia comunque ai suoi anticipi, con Chiellini pronto a coprire l’uscita del compagno sul portatore di palla.

Sono passati due minuti dall’inizio della partita a Sassuolo, il risultato è ancora di 0-0, ma la Juve ha già fatto capire come giocherà: Bonucci è uscito in anticipo su un giocatore del Sassuolo, c’è il solo Chiellini a coprire gli spazi.

La nuova Juventus è una squadra più europea, che rischia qualcosa in più, ma crea di più, fa divertire gli spettatori e non smette mai di cucire gioco. Dicevamo del possesso palla: 58% contro la Lazio, 54% contro il Sassuolo (in trasferta). Dei numeri che poche volte la squadra di Allegri ha raggiunto in questa stagione, e che stanno proiettando i bianconeri in una dimensione diversa. La strada, ovviamente, è ancora lunga, e non è improbabile il fatto che il tecnico ex-Milan possa tornare a schierare il 4-3-1-2, inserendo un centrocampista, per dare più fisicità ed equilibrio alla formazione, ma i giocatori sembrano aver risposto per bene alla nuova metamorfosi.

 

 

 

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