Analisi Tattica Milan – Napoli 1-2 – Serie A 2016/17

Il match comincia con Montella che sorprende ancora una volta, schierando dal primo minuto Sosa, a centrocampo, insieme a Pasalic e Kucka, cambiando ancora una volta il trio davanti la difesa, nessun cambiamento per Sarri invece, che recupera Albiol, e si affida al centrocampo titolare del Napoli per tutta la scorsa stagione, tenendo Diawara e Zielinski in panca.

Il Milan conferma le perplessità che avevamo sottolineato nella nostra analisi pre-partita, con Gomez al centro della difesa l’uscita della palla è meno fluida rispetto a quando gioca Romagnoli (squalificato), e il pressing del Napoli ad inizio azione è asfissiante. La partita così prende una direzione ben segnata già nei primi dieci minuti. 

Lo 0-1 nasce da una transizione positiva magistrale orchestrata dai partenopei, Jorginho recupera con un intercetto una palla davanti l’area del Milan, la appoggia ad Allan che verticalizza subito per Mertens, il belga non aspetta un attimo e cambia subito gioco di prima per Insigne, che sulla destra trafigge Donnarumma. Il Napoli mette subito in atto il proprio piano di gioco: transizioni veloci, gioco armonico, appoggiandosi sul falso centravanti, Mertens, libero di spaziare su tutto il fronte d’attacco. Con appena 5 tocchi di palla, e 3 passaggi, il Napoli direziona subito il match.

Il Napoli non ha problemi a costruire da dietro, troppo blanda l’opposizione di Bacca, in netta inferiorità numerica; i ragazzi di Sarri possono dunque far partire l’azione come vogliono.

Lo spartito non cambia, dopo 3 minuti il pressing asfissiante del Napoli, azionato da Callejon su Sosa, scatena l’errore di Calabria che lancia a caso verso l’attacco pur di liberarsi della palla. La difesa del Napoli in 3 vs 1 contro Bacca, recupera facilmente e si appoggia su Jorginho: l’italo brasiliano (decisivo nel bene o nel male in tutti e 3 i gol del match) vede lo smarcamento preventivo di Mertens e lo lancia, Callejon segue l’azione a sua volta attacca la profondità, per poi concludere verso la porta.

Il Milan mette a nudo ancora una volta la propria difficoltà ad impattare bene le partite dal primo minuto, ma paga carissimi i 28 minuti di gran calcio dei napoletani. I rossoneri soffrono molto la difficoltà a costruire in maniera pulita da dietro, e non è la prima volta per la squadra di Montella che in queste occasioni ha trovato la soluzione appoggiandosi sul perno Kucka, pronto a ricevere i lanci di Donnarumma e a lottare sulle seconde palle, ma Sarri aveva previsto anche questo, predisponendo una marcatura per lo sloveno ed annullandone la pericolosità nella prima mezzora. 

Tutti gli sbocchi della manovra sono occupati, Donnarumma lancia per Kucka, che deve però affrontare Hamsik, un avversario ostico anche sui duelli aerei.

Il momento d’oro del Napoli si chiude al 28′, quando Mertens sciupa un’occasione incredibile per chiudere la partita. Fino a quel momento le squadre si erano equivalse dal punto di vista del possesso palla (51% Milan, 49% Napoli), ma non dei tiri (3 per il Napoli, nessuno per i padroni di casa). Dall’occasione del belga in poi, il Milan riprende convinzione nei propri mezzi, ed attacca la squadra di Sarri più avanti, imposta un calcio più offensivo, sposta il baricentro di Abate di qualche metro, tenendo occupato Strinic, e lasciando spazio in più per Suso affinché lo spagnolo cucia calcio come sa fare (fino al 28′ aveva a malapena toccato la palla per 8 volte) e sfruttando l’arma principale della squadra rossonera: l’attacco sulla fascia destra.

Il gol dell’1-2 tuttavia nasce da un errore di Jorginho in fase di possesso, l’italo brasiliano viene aggredito da tre uomini del Milan, e passa la palla indietro, creando di fatto l’occasione per Kucka, che da solo davanti a Reina non sbaglia.

Aggressione dei giocatori del Milan, e recupero veloce della palla. Così nasce il gol che da speranza al Milan.

Il Milan trasforma la sua prestazione, tiene quasi sempre il pallone (58% di possesso palla nella seconda parte del primo tempo), aumenta la precisione nei passaggi ed aumenta il baricentro. La gara continua sullo stesso andazzo anche nel secondo tempo, con il Milan che apre colpendo un palo con Pasalic, in una delle poche conclusioni in porta arrivate dai piedi di Suso.

Questa volta lo spagnolo non ha replicato la prestazione di Torino, effettuando solo 1 passaggio chiave durante il match, e sbagliando quasi tutti i cross effettuati (1 completato su 8 effettuati), e i tiri da fuori (2 tiri, entrambi fuori dallo specchio della porta). 

Due modi diversi di intendere il 4-3-3

Milan Napoli hanno dato scena ad un grande spettacolo calcistico, avviando le loro azioni di fatto alla stessa maniera, ma sviluppandole in maniera diversa.

Le posizioni medie dei calciatori testimoniano quello scritto sopra. I giocatori occupano praticamente le stesse zone di campo.

Il Napoli conta molto sui movimenti dei tre attaccanti, sulla loro velocità e la loro qualità, e sugli inserimenti delle mezzali, abili a creare superiorità numerica, e quindi coinvolge tutto il tridente offensivo per migliorare il gioco di squadra.

Il Milan invece rifinisce il gioco prima da un lato esterno dell’attacco, e poi dall’altro. Bonaventura è stato utilizzato come perno per allargare la difesa del Napoli, giocando praticamente attaccato alla linea laterale; l’italiano, una volta ricevuta palla, provava sempre il dribbling per mettere la palla al centro, o per provare il cambio gioco per Suso, e per sfruttare qualche errore nel posizionamento della difesa napoletana. Tuttavia i cross completati dai due esterni (4 su 15) non hanno avuto mai esito positivo, e la prestazione del centravanti Bacca è stata più che deludente.

L’impressione finale è che il Milan abbia sì meritato il pari, ma più per la voglia, l’agonismo, la pressione messa durante tutto il match, che per una vera e propria superiorità tattica. Montella ha pagato la mancanza di alternative offensive, e gli ingressi di Lapadula e Niang non hanno migliorato niente. L’acquisto di Deulofeu, a tal proposito, potrebbe dare nuova verve, soprattutto in situazioni come queste, in cui c’è da recuperare il risultato.

Sarri può essere felice per la sua squadra, che ha espresso un calcio stellare per quasi mezz’ora, senza 2 titolari fissi (Ghoulam e Koulibaly, impegnati in Coppa d’Africa), e senza un centravanti. La crisi post-Milik (ed Higuain) sembra essere ormai alle spalle, e adesso che il polacco tornerà, sarà veramente difficile togliere dal campo uno fra Mertens ed Insigne. Tuttavia i partenopei devono ancora fare qualche passo avanti nelle scelte all’interno di un match: hanno rischiato di perdere 2 punti che sembravano in cassaforte per leggerezze, che una squadra che fra poco meno di un mese andrà a giocare al Bernabeu non potrà permettersi.

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